Il magnanimo Abelii

Di Marco Signorelli

 

L'uomo, rilassato ed emanante una aura di calma, era in piedi al fianco alla poltrona di comando nella plancia dell'astronave ed osservava il suo occupante. Il Condottiero Abelii sembrava perplesso e continuava a titillarsi l'alluce sinistro e non era per nulla calmo; la mano nodosa e noccuta passò dall'alluce al collare di traduzione, solo un lieve sollevamento di sopracciglio increspò l'imperturbabilità dell'umano, onda di lieve disgusto che fu subito sostituita dalla serafica ed indifferente calma del ruolo di Osservatore.

- Non capisco - La voce del condottiero aveva sempre quel tono grugnesco che neppure il collare riusciva a cancellare; anche se l'umano sospettava che facesse apposta a non usare il giusto accento.

- Condottiero Abelii, cosa non capisce?

- Questa cosa del controllo delle forze in campo… del fatto che lei è qui in piedi a controllare che rispettiamo gli accordi di belligeranza.

L'umano fissò il muso peloso di Abelii. Lo scrutò fino a raggiungere il fondo di quegli occhi marroni. Vide il riflesso di se stesso e di quello che erano stati, di quanto avevano conquistato e di quanto avevano perso.

- Il Consesso ha stabilito che la mia specie sia il mentore della sua in questo period…

- Si si; non mi interessano i discorsi politici e gli accordi dei burocrati Sono un Condottiero, un Capitano e un Generale, ho combattuto decine di battaglie. - Gonfiò il petto e mostrò i canini - Ho vinto una guerra! Ma questa non è guerra. Questo è un gioco. Otto navi per parte… nessun rinforzo. Nessun attacco alle infrastrutture. - sputò in un angolo e poi guardò il piccolo inserviente pulire.

Prima di riprendere a parlare, l'umano, attese che l'operazione di pulizia terminasse e rendesse merito, onore ed il giusto rispetto al Condottiero. - Uno scontro tra sistemi, tra due razze evolute è immancabilmente disastroso per entrambe. Le energie e le materie prime profuse nella….

- Burp - Abelii fece un rutto di protesta, ma l'umano continuò imperterrito.

- … guerra distruggono entrambe le economie, se va bene, entrambe le società nel migliore dei casi. - Controllò l'orario e alzò il mento. Abelii riassunse la postura di comando e riprese ad occuparsi dei preparativi dello scontro imminente, ma tutti i suoi movimenti denotavano il disappunto, che sfogò sul subalterno più vicino che si prese un morso sulla spalla.

- Il numero delle navi è proporzionale all'interesse in gioco. Il controllo di un planetoide metanifero non è rilevante; mi sorprende che il Consesso abbia dato il benestare per questa risoluzione!

- Grunt. Una guerra deve essere combattuta al meglio; solo così si può ottenere ciò per cui si è combattuto. - Mollò un calcione alla sedia del timoniere davanti a lui. - Inizia lo schieramento. Formazione a Cuneo. Sfonderemo al centro. - Ordinò prima di muovere il testone per fissare l'umano; non erano poi disgustosi gli umani, se si escludeva l'assenza di pelo. - Almeno le strategie le posso sceglierle?

L'umano annuì mentre attivava il guscio di protezione. - Non ho nessuna direttiva al riguardo!

Una battaglia spaziale è fatta di attese e di movimenti lenti. L'inerzia governa il dislocamento delle forze. Le distanze rendono il tutto flebile e ovattato. Messi da parte gli agguati e le imboscate ci si affronta in modo diretto, come in una partita a scacchi; e come per una partita a scacchi, la vittoria o la sconfitta è data da un attimo di distrazione. Abelii restò concentrato sulla disposizione nello spazio delle sue otto navi. Non importava se erano quanto di meglio costruito dalla sua civiltà, non importava se erano solo otto di una flotta di centinaia di vascelli, in quel frangente non poteva permettersi di sacrificarne nessuna. Il cuneo prese lentamente forma con l'ammiraglia a coprire il fianco destro, mentre un vecchio, ma robusto, incrociatore pesante si adeguò al ruolo fondamentale di ariete. Abelii digitò con le dita dei piedi gli ordini criptati da inviare alle altre navi mentre osservava quello che i vari sensori captavano. Si grattò distrattamente la tempia sinistra in attesa che lo schema tattico prendesse l'evanescente forma sul visore personale. Iniziò a ondeggiare il capo! Tutto il suo essere gli stava comunicando che non poteva vincere; non riusciva a trovare nessuna soluzione per ottenere una superiorità tattica. Il campo era sgombro. Nessun pianeta dietro cui nascondersi in attesa. Nessuna Pulsar o nebulosa per accecare i sensori dell'avversario. - Pareggeremo; non esiste un pareggio… non ha senso… - l'ondeggio diventò più insistente.

L'umano osservò Abelii ed aggiunse. - La tregua è una opzione; la ritirata è una opzione.

- No. - La negazione fu secca, repentina, l'umano ebbe un lieve sussulto di sorpresa. - Non è ammissibile la ritirata. - La mano destra di Abelii riprese a tormentare l'alluce. - Quelle lucine li, mi può dire se sono i sensori del Consesso? - le dita squadrate indicavano lo schema tattico, mentre gli occhi profondi fissavano l'umano.

- I segnali rossi i sensori per il rispetto del perimetro del campo; quelle verdi sono le registrazioni visive, quelli gialli i registratori delle comunicazioni, i porpora sono per le emissioni radioattive; la lista è sul manuale.

Con un lieve gesto del piede sinistro, Abelii estrasse quello che resta del manuale, da una sacca di pelle pelosa. - Il mio cucciolo l'ha trovato. - Il ghigno, visibilmente di divertimento, durò solo un attimo, mentre il cervello addestrato a mille battaglie stava elaborando le mosse e prevedendo le contromosse. Le dita dei piedi inviarono altri ordini, differenti da quanto già inviato. I canini sporgevano in bella vista mentre la concentrazione di quanto stava per ordinare, lo faceva sudare.

L'Osservatore guarda una piccola lucina lampeggiare. - Condottiero Abelii, ha una chiamata da parte del suo avversario! Sarebbe buona creanza rispondere.

Una manata indispettita premette il pulsante di comunicazione. Abelii guardò l'angolino dello schermo; una forma fluttuante in un liquido ambrato, probabilmente massiccia, aliena nella sua particolarità sottomarina, iniziò squittire e a barrire. La traduzione arriva un istante dopo. - Siamo in stallo; tutte le nostre simulazioni prevedono che non ci sarà un vincitore. Chiedo di commutare la disputa in un incontro diplomatico!

il Condottiero ruotò la testa e osservò l'Osservatore, poi tornò a guardare il piccolo rettangolo visivo - Tutte le vostre elaborazioni avvolte in tutte le vostre simulazioni ve le potete infilare nei vostri orifizi respirativi; io vincerò questa battaglia e mi ciberò dei vostri cervelli annacquati. - Con le nocche chiuse la comunicazione e ghignò divertito.

- Non credo sia saggio mangiare alcunché dei Cetaloidi… sono alquanto tossici per la vostra razza.

- Non mi piace il pesce, per cui non li mangerei mai; ma è onorevole minacciare di farlo. - Osservò lo spostamento delle sue navi sulla sintetizzazione dello schema tattico. - Inoltre sarà una lunga battaglia - Con la sua andatura dinoccolata tornò a sedersi sulla poltroncina di comando.

 

- Tre giorni. - L'osservatore aveva optato per una posizione meno predominante; un semplice sgabello al lato della plancia. - Vi rincorrete; lanciate missili che vengono intercettati. Poi intercettate i loro missili. Lo stallo è evidente.

Abelii si grattò il collo, trovò una pallettina di pelo intrecciato e la staccò, per poi tirarla verso un angolo. - Non ho un limite di tempo! Se vogliono rincorrermi per mille anni che lo facciano pure.

Il cicalio di allarme sorprese Abelii mentre si stava pareggiando, con i denti, le unghie del piede destro. Sputò una pellicina prima di guardare il tattico. L'Osservatore scostò un attimo lo sguardo, quella parte della cultura del Condottiero non era ancora riuscita ad assorbirla. - Problemi Condottiero Abelii? - I simboli delle varie navi si stavano muovendo in modo poco ortodosso. Segnali di lanci multipli rivelavano che tutte le altre navi si stavano liberando dalle armi. I sensori indicavano le mine ed i missili alla deriva e disattivati. Abelii iniziò a strillare, a dare manate energiche sulle poltrone mentre il collare traduttore inviava una sola parola alla mente dell'Osservatore; ammutinamento.

- Prima li spellerò vivi, poi li squarterò, li farò arrostire e friggere, li taglierò a pezzettini e li butterò al centro del mare come esca per i Tounn. Nessun capitano può permettersi di ammutinarsi a me!

Dopo un'ora di imprecazioni il Condottiero stava seduto con le ginocchia piegate, a fissare davanti a se mentre le trasmissioni di resa solcavano gli spazi liberi tra la flotta di Abelii e quella dei Cetaloidi; sette segnali di resa. Le navi assunsero la posizione standard di avvicinamento. I tubi delle armi sigillati. La nave ammiraglia era al loro centro, silenziosa.

- La chiamano - Disse l'Osservatore mentre guardava il segnale di richiesta di comunicazione. Abelii fece spallucce - Sono obbligato a rispondere?

- No, ma è buona creanza comunicare il proprio stato e chiedere clemenza!

Abelii non disse nulla, riprese a sistemarsi le unghie dei piedi. - Non è un problema mio! Manteniamo il silenzio radio. Non ho nulla di diverso da dire a quei pesci puzzolenti. Io non mi arrendo.

La nave ammiraglia era impossibilitata a fare qualsiasi manovra, bloccata dalle navi ammutinate si stava dirigendo verso la flotta nemica pronta ad accoglierli e, soprattutto, ancora armata.

L'avvicinamento richiese otto ore; tempo che il Condottiero impiegò per la propria igiene personale, curato e riverito dai servitori. Ad un certo punto diede uno spintone al ritardatario che gli stava pettinando la schiena. - La mia armatura.

- Ha deciso di presentarsi al meglio?

- No, caro Osservatore, ho deciso di vincere questa battaglia! - Un mugolo di servi iniziò a ronzargli attorno, vestendolo di tutto punto con l'armatura rituale. - E che i loro Dei proteggano chi oserà pararmisi davanti!

L'Osservatore assunse una espressione perplessa. - Ma le sue navi si sono arrese; sono ore che inviano segnali di resa. I motori sono al minimo, le armi scariche. Lei non.. - e poi comprese.

Lo sguardo furbo del Condottiero si fissò sul viso glabro dell'umano. - Non c'è nessun regolamento, nessuna postilla, nessun codicillo che mi impedisce di attaccare una flotta con una nave sola; inoltre il Consesso non ha mai impedito un arrembaggio. Ed io non ho mai mandato nessun segnale di resa, come registrato dai vostri sensori delle comunicazioni.- Poi diede un ordine secco e preciso. - Inviare il segnale di attacco. Avvisate le navi di rompere la formazione e di farsi da parte.

La voce dell'Osservatore assunse un tono empatico - Che ne sarà dei suoi generali.. i suoi ammiragli… i suoi soldati?

Un religioso entrò con la spada sacra, l'arma custodita nel posto più sicuro della nave ammiraglia, il simbolo del comando. L'Osservatore sapeva bene che andava benedetta e accarezzata con carta di seta per ben tre giorni prima di poter essere indossata in battaglia. Abelii accarezzò la lama della spada prima di rispondere - Bhe… io so essere magnanimo!