Una nuova razza per i Gosta

Di Marco Signorelli

 

I Gosta sono l’unica razza perfettamente simmetrica dell’universo. Questa particolarità potrebbe sembrare ininfluente, ma per i Gosta è un vanto poterlo affermare in ogni situazione. Inoltre si ritengono le creature maggiormente affascinanti in assoluto; e per assoluto intendono proprio in assoluto tra tutte le forme senzienti conosciute e anche vagamente favoleggiate. Le altre razze accettano il loro innato egotismo soprattutto perché non ci sono molti Gosta che gironzolano per lo spazio. In genere se ne trovano uno o due per ogni sistema o grande compagnia o credo alchemico. Oltre alla loro simmetria sono una delle razze più intelligenti della galassia, in termini relativistici, altra cosa che tendono a far notare in ogni occasione.

Molti sono propensi a credere che siano perfetti ed infallibili; non lasciatevi suggestionare dalle dicerie che circolano sul fatto che sono loro stessi a diffonderle queste voci.

In qualche era galattica, alcuni studiosi hanno rilevato difetti marginali nella loro fisiologia virtualmente perfetta, ma hanno anche trovato il loro limite psicologico nella facilità con cui si annoiano. Faccenda alquanto seccante se si è virtualmente immortali, ma questo è un punto di cui i Gosta non amano discutere.

Il loro divertimento più grande è catalogare, descrivere, inventariare, numerare, gestire ogni avvenimento che rientri nei loro ventitré sensi, per questo accettano di fornire i loro ricercati servigi, dietro un compenso alquanto elevato, per la direzione di attività di portata extra sistema.

 

Il Gosta che incontriamo si occupa, con crescente irritazione, di gestire uno spazioporto in uno dei nodi centrali di smistamento, in intersezione con due diverse dimensioni e tre linee temporali. Nonostante i molteplici stimoli sembrerebbe sul punto di intraprendere lo stato di pigrizia che precede il disinteresse, processo che si può notare dal leggero luccichio color fucsia che, di tanto in tanto, ondeggia lungo uno dei peduncoli. Ma è comprensibile; dopo i primi ottocentomila anni le cose tendono a ripetersi con una fastidiosa frequenza. Nel caso specifico è costretto a catalogare la stessa razza di rettiloidi per la seconda volta dalla sua presa di servizio.

-E vada che si siano quasi estinti in una scaramuccia termonucleare obbligandomi a correggere la postilla, ma avrebbero dovuto avere il buon gusto di sparire per sempre e non ri-evolversi.

Comodamente inserito nella postazione al centro della maestosa sala di arrivi e partenze, con una miriade di estrusioni sensoriali che controllano ogni più piccolo aspetto dello spazioporto, oltre che osservare una deliziosa femminile forma sinusoidale ed altre due razze in arrivo, una intelligente nube di vapore azzurro e un aragostiano con la sua tuta per l’umidità, sta dedicando solo un penicillo cerebrale a formare ciò che pensa di quei specifici rettiloidi.

L’irritazione è mitigata da un bipede in tuta spaziale in paziente attesa del suo turno. Il trucco Gosta per evitare di non sorprendersi è cercare di ignorare ciò che potrebbe essere una novità. Ora, bipedi in tuta spaziale in uno spazioporto, capirete anche voi, non è che siano proprio una novità, ecco perché questo Gosta sta prestando la minima attenzione ad ignorare quello specifico bipede in tuta spaziale. Lo ignora volutamente fino a quando, il suddetto bipede in tuta spaziale, non capisce che deve entrare in uno dei ottocentoventisette cerchi di calibrazione sensoriale sparsi in vari punti dello spazioporto. Il fremito di uno dei pedicelli nascosti potrebbe indicare un temporaneo rilassamento, oltre che un intenso stato emotivo, in quel caso è solo un fastidioso prurito dato dal fatto che il bipede in tuta spaziale ha atteso che finisse con l’aragostoide prima di posizionarsi proprio in uno dei quattro cerchi di calibrazione sensoriale attorno alla postazione di controllo.

-Potevi scegliere uno dei ottocentoventitre cerchi di calibrazione sensoriale, possibilmente tra quelli più lontani.

Dice investendo di immagini e di sensazioni il cervello del bipede.

Nel frattempo lo scansiona, lo analizza, lo valuta, lo annusa, lo assaggia, lo cataloga in un rapporto completo ed esaustivo che archivia sotto la dicitura “razze bipedi, mammiferi, primati, metabolismo ossidante”.

Il tono burbero è normale per tutti i Gosta, che sono gentili solo tra di loro e solo nel periodo dell’accoppiamento.

– Hai troppe poche appendici per essere gradevole alla vista… mhmm… bhe, con la quinta sei appena entrato nella categoria dei appena passabili. Studierò a cosa serve, visto che è piccolina e inerte.

Il Gosta analizza le componenti della tuta e risale alla astonave.. bhe.. chiamarla astronave è un eufemismo, ha visto scialuppe di salvataggio molto più grandi e ben fatte di quella scatola raffazzonata.

- E tu sei venuto con quella? – Visualizza nel cervello del bipede in tuta spaziale la navicella – siete brutti e stupidi. Mi meraviglio che siate arrivati qui. Ora libera la mente, cosa che non deve essere difficile per la tua razza, così che possa imprimerti tutte le conoscenze di base. “Ed assorbire le tue”.– Ma questa ultima parte si riguarda bene dal comunicarla.

Da parecchi eoni questo specifico Gosta non si sentiva così eccitato; trovare una razza, benché fisicamente e intellettivamente così comune, ma da risultare vergine è un evento raro. In pochi istanti assorbe le conoscenze da quel cervello così primitivo.

Estrae la breve storia della razza che, evolutasi da pochi milioni di anni alla periferia della galassia, ha osato affrontare lo Spazio per onorare la sete di novità dei superni Gosta. Concentra i sensi ed apprende l’esistenza di due sessi distinti e del funzionamento della piccola appendice apparentemente inerte. Quello che lo sta facendo sussultare e puntare ben tre organelli sensori sul bipede in tuta spaziale è acquisire la consapevolezza dell’esistenza di una altra razza, la reale costruttrice della capsula; la razza che elargisce il cibo, il piacere e le punizioni. Cinque miliardi di esseri da catalogare, più un ecosistema pullulante di forme di vita di ogni regno, miliardi e miliardi di unità pluricellulari, ancora di più di unicellulari. I Gosta devono prendere contatto il prima possibile. Una nuova era di catalogazione si profila a portata di peduncoli. Una nuova razza si deve aggiungere alla comunità galattica. Il futuro acquisisce delle interessanti indeterminazioni.

Con un fremito di piacere sensoriale invia le informazioni al centro raccolta dati sul pianeta centrale Fama. Una traccia neurale si occupa di non trasmettere l’emotività al bipede in tuta spaziale.

- Ora vai, i sistemi automatici di benessere si occuperanno di te, delle tue esigenze, dei tuoi bisogni e di tutti i tuoi desideri. Ora smamma.

Il bipede in tuta spaziale barcolla investito da un insieme di comandi e di indicazioni, ma ha la prontezza di riflessi di mandare maldestro segnale di ringraziamento ed una piccola richiesta. Il Gosta, questo Gosta, rimane piacevolmente meravigliato di non poter assolvere alla richiesta, ignorandone il soggetto, per cui risponde con inusitata gentilezza.

- Purtroppo non posso rispondere perché non so che cosa sia Banana! Palla Buona anche a te Scimpanzè