Archivio della memoria.

Dove ciò che è stato riposa nell'attesa di unirsi a ciò che è.

"Dieci passi nell’aldilà"

a cura di Marco Cardone

Una prefazione d’autore, otto racconti.

Nove passi nell’aldilà.

Al lettore il decimo.

 

Ho accettato con piacere l’invito di Polly Russell a commentare questa antologia, soprattutto perché il mio ego smisurato si è sentito solleticare dalla sua richiesta. Inoltre ho avuto piena libertà e l’autorizzazione ad essere perfidamente invidioso.

Ricevo il pdf [intanto ricordo che il ricavato dalla vendita sarà devoluto in beneficienza], lo trasformo in formato MOBI, perché sono pigro e non riesco a leggere sul monitor del computer senza fare altre otto cose perfettamente inutili.

Lo carico sul mio fido Kindle® [il cui ricavato dalla vendita viene devoluto completamente ad Amazon®] ed inizio a leggere.

Perdinci e corbezzoli; l’introduzione è di Valerio Evangelisti… e perché hanno bisogno di un grande e sconosciuto scrittore qual io sono, se hanno già un grande e conosciuto scrittore quale è lui? Con questa domanda che mi frulla nel mesencefalo inizio a leggere, poi leggo, leggo e leggo ancora.

L’intera antologia è costruita in modo professionale, equilibrato, corretto. I racconti si seguono senza intralciarsi lasciandomi il tempo di respirare e di assaporare il gusto di ogni storia prima di passare alla successiva. L’argomento che fa da filo conduttore è una delle domande principali dell’umanità; cosa c’è dopo la morte? Sembrerebbe un argomento non molto allegro, anche se ho trovato una vena ironica in un paio di occasioni. Fortunatamente tutti i racconti sono discretamente originali e senza una facile scopiazzatura di un genere molto anglosassone e poco italico, anche se questo punto è meglio spiegato da Evangelisti.

Facendo una recensione globale posso scrivere che, al termine della lettura, resta una piacevole sensazione di aver letto ottima letteratura ed è quello che conta quando si acquista un libro.

Procediamo ora ad analizzare i singoli racconti presentati in ordine alfabetico, non temete, non farò anticipazioni per rovinarvi il piacere della scoperta.

 

“Memorie” di Alessandra Lusso: Racconto suggestivo che affronta la vita nell’aldilà con uno sguardo nell’aldiquà; quello che siamo in vita non rispecchia ciò che incontreremo poi e la noia diventa l’energia che unifica ogni aspetto dell’eternità. Come fare a restare aggrappati alla propria identità se non ricordando?

L’atmosfera di lieve angoscia e di perdita è descritta nel giusto modo e con il giusto ritmo ovattato.

 

“Sa Filonzana” di Federica Maccioni: Non conosco le leggende della stupenda terra di Sardegna, probabilmente l’autrice ha attinto dai racconti popolari per creare un racconto che è classico. Ben scritto e con il personaggio principale di cui viene delineato il carattere e le vicende con un excursus forse troppo lungo per un racconto breve, c’è il rischio che appiattisca il climax del finale.

Se ci si lascia trasportare dalla narrazione e non si cavilla a livello stilistico, che è prettamente un gusto personale, anche questo secondo racconto lascia un piacevole ricordo.

 

“Nella morte e nell’amore” di Polly Russell: Inizio con il dire che è il racconto che ho preferito in tutta l’antologia. La storia prende spunto dalla tradizione italiana, soprattutto etrusca, su chi o cosa governa il mondo dei morti. Scritto con cura, abilità, sensibilità e fantasia, l’autrice ci prende per mano e ci conduce nel suo viaggio tra il sogno e la realtà. Le nostre responsabilità ci rendono quello che siamo, possiamo lottare per scoprire nuove emozioni, ma più grandi siamo, più pesanti sono le nostre catene. Ci scopriremo a tifare per la protagonista e per il suo primo amore. Non saprei cosa volere di più da un racconto.

 

“La rete” di Marco Migliori: Racconto divertente, sono sicuro che vi farà sorridere nella sua lieve complessità. L’idea è originale e ottimamente sviluppata. Non ho molto di più da aggiungere senza rovinare il finale; è una storia che procede nella sua normalità di una vita dopo la vita. Forse uno dei più lunghi della antologia, rappresenta una prova di maturità per uno scrittore che, secondo me, è pronto per affrontare sfide sempre più complesse.

 

“La casa delle bambole” di Alessandro Cal: L’unico racconto gotico, con un filo di horror, dell’intera antologia; d'altronde si sa che le bambole sono sempre terrificanti nei racconti. Ho trovato l’atmosfera ben delineata, ci sono tutte le giuste caratteristiche che un racconto del genere deve avere, Lovecraft e Poe sono di certo fonte di ispirazione, se non per la tematica, di certo per come raccontarla. Non ho trovato difetti ed è un racconto che consiglio di leggere di sera davanti ad un camino, magari con un buon bicchiere di Amontillado.

 

“Rivoluzione” di Roberto Bommarito: L’unione della fisica con il mondo spirituale non è una novità, soprattutto perché nessuno capisce veramente le nuove teorie sulla materia. Inoltre abbiamo un poco di pulp metropolitano per condire il tutto e dare supporto alle descrizioni cruente. Da questa unione è nato un racconto che utilizza gli archetipi delle nostre leggende per raccontare una storia che affronta anche il problema della manipolazione dell’informazione e di chi la controlla.

 

“Capolinea” di Livio Gambarini: forse il racconto più debole della raccolta; l’eterna battaglia tra il bene ed il male non è altro che il riempitivo per una volontà superiore. Una storia che viene ben raccontata anche se poteva essere più breve senza perdere di efficacia. In questo caso la lunghezza diluisce il senso di meraviglia del finale. Argomento trattato ironicamente da Terry Pratchett e Neil Gaiman [non scrivo il titolo, cercatelo e leggetelo].

 

“Un noir dell’altro mondo” di Marco Cardone: Il titolo dice già come è trattata la vita oltre la morte. Accompagniamo un investigatore privato nella sua indagine su chi ha ucciso un pezzo grosso del mondo soprannaturale. L’autore padroneggia lo stile narrativo di un genere che ha pochi esempi in Italia e che è stato in voga negli anni 20/50 soprattutto oltreoceano. La storia è ricca di spunti e di siparietti divertenti, manga però la segretaria dedita alla cura dell’investigatore perché invaghita da esso, ma per il resto c’è tutto. Inoltre siamo nell’aldilà con le sue leggi e le sue stravaganze. Tra il romanzo breve ed il racconto lungo, chiuse degnamente la raccolta; se vi troverete un sorriso sulle labbra lasciatecelo per qualche minuto. Non vergognatevi di aver apprezzato una scazzottata o un gergo da B movie.

 

[venerdì 18 gennaio 2013]

 

Marzo 2012

"La voce del tarlo" di Fabio Duci

 

"Nei libri di storia l'inizio del secolo XIX è descritto come un periodo di grandi cambiamenti, dominato da grandi uomini, genio e sfarzo, battaglie e gloria.

In realtà, per la maggior parte degli Europei, fu un periodo buio, fatto di miseria e barbarie, di eserciti che percorrevano le contrade saccheggiando ed uccidendo, razziando e stuprando, un periodo in cui una vita valeva meno di nulla."

 

Questo viene scritto nella presentazione del libro su Amazon. Nulla di più vero.

Questo libro è una piccola scoperta, come trovare un numero di Tiramolla in fondo all'armadio. Un piacere inaspettato, per questo, ancora più gradito.

Andiamo con ordine; è un romanzo storico ambientato nel periodo napoleonico, a cavallo della battaglia di Austerlitz. Il protagonista è un conte italiano che, per sfuggire da se stesso, si arruola pieno di grandi ideali, nell'armata napoleonica appena giunta in Italia.

Nel passare del tempo gli ideali sembrano lasciare il passo al cinismo della realtà della guerra. Nel primo capitolo vediamo il conte Suardi lasciare la natia Bergamo, e subito dopo lo troviamo ufficiale di cavalleria alle prese con la battaglia epocale e, successivamente, nella fintamente pigra vita Viennese post sconfitta, con gli onori del suo grado e del suo atto eroico.

Non mi va di raccontare tutta la storia, se siete amanti del genere storico troverete una ottima rappresentazione della società del XIX secolo, condita con un'ottima vicenda spionistica e, perché no, anche di un pseudo giallo alla CSI ante-litteram.

Quello che posso aggiungere è di scaricarsi il libro [ammetto di non sapere se si trova in versione cartacea], di leggerlo con serenità gustandone l'ottima scorrevolezza del testo e l'interessante vicenda.

Il conte Suardi riuscirà a trovare se stesso oppure verrà dominato dalle sue paure? Scopritelo da soli.

 

[Lunedì 26 Marzo 2012]

"Tre atti e due tempi" di Giorgio Faletti

 

Molti di noi hanno conosciuto Faletti come comico surreale, per poi leggere alcuni dei suoi testi. Da comico è passato ad attore e cantante, una personalità ed una capacità poliedrica che denota un talento innato.

Personalmente penso che far ridere sia molto più complicato che far piangere, percui non ho mai avuto preconcetti sui comici che affrontavano una nuova strada, infatti ho acquistato senza nessuna remora il primo lungo romanzo di Faletti... "Io uccido". Fantastico, l'ho letto con passione. Un autore in grado di affiancarsi a tutti i blasonati scrittori di triller statunitensi. Inutile dire che appena vedo il suo nome prendo il libro sapendo che non sarò deluso.

Così ho fatto anche per "Tre atti e due tempi", era in bella mostra sullo scaffale delle novità della biblioteca e.. puff.. mi è finito in mano prima che qualcuno potesse precedermi.

Procediamo con calma; la copertina è diversa dalle sue solite, ma molto intrigante... invoglia a scoprire dove conduce quella porta, quali storie si nascondono nella luce.

Poi c'è il racconto lungo, ben scritto, coinvolgente, diverso dagli altri triller, direi molto più "nostrano" nella sua connotazione positiva del termine. Nella semplicità della trama vi ho scorto una introspezione molto intrigante, con tematiche attuali anche, e questo l'ho notato ora mentre scrivo, in alcuni punti semplicisticamente soavi [ad esempio la storia d'amore è psicologicamente interessante ed affrontata con i giusti spazi].

Mi sento di consigliare la lettura di questa ennesima opera di Faletti, sempre più uno scrittore dal respiro internazionale.

 

[Domenica 04 marzo 2012]

 

 

Dicembre 2011

"Real Steel" di Shawn Levy

 

Appena ho letto la trama del film ho pensto subito ad “Steel” di Richard Burton Matheson. Ma in nessuna delle recensioni lette veniva citato l’autore del racconto che da il nome a questo sito. Successivamente ho ricevuto il gradito invito per una sera pizza e film… una accoppiata a cui non potevo certo rifiutare.

Con lo stomaco pieno per una ottima pizza e per un dolce altrettanto succulento, il cuore caldo per la piacevole preserata, e la mente libera a causa di una deliziosa conversazione mi sono apprestato alla visione del film. Già nei titoli di testa è apparsa la frase che mi aspettavo… liberamente tratto dal racconto “Acciaio” di R.B. Matheson. Ho voltato il capo ed ho sussurrato “Vedi!”, in direzione della mia affabile compagna.

Dopo la piacevolissima serata non potevo certo esimermi dallo scrivere una breve recensione su questo film, recensione che non contiene nessuna anteprima o che svela i momenti salienti della storia, per cui potete continuare a leggere senza paura.

 

"Steel" è solo l'ispiratore; "Real Steel" è liberamente tratto dal racconto, praticamente solo le idee del pugilato robotico, dell’ex pugile che fa da allenatore e l’importanza di un bravo meccanico per questo nuovo sport, sono prese dal racconto; la storia è completamente diversa. Forse completamente non è il termine adatto, la tematica principale della rivincita dello sconfitto è presente in entrambe le forme artistiche, ma poi è una storia completamente differente. Troviamo un pizzico di Roky, che è inevitabile se si fa un film sul pugilato, un pizzico di “Il Campione” "Over the top" e un pizzico di “Transformers”.

La storia è semplice e si capisce nei primi cinque minuti di proiezione. Un girovago gira con dei vecchi robot pugili per raccattare pochi soldi, si scopre poi che è un ex pugile che ha perso la fiducia. Si trova a doversi occupare di un figlio che non ha mai visto, ma che è molto più sveglio di lui... il tutto è incentrato su questo rapporto come si vede quan... Ma non mi va di scrivere la trama, la trovate ovunque, per cui vorrei solo scrivere le mie considerazioni.

 

Il film è fluido, anche se potrebbe risultare un poco lento in certi punti, ma è una lentezza voluta, poetica, necessaria per introdurre la parte intimistica e morale dei personaggi. Ci sono alcune battute interessanti ed alcuni spunti umoristici al momento giusto. Gli incontri sono veloci, ben fatti, con un’ottima cura dei dettagli e molto coinvolgenti.

In definitiva un film che consiglio se si vuole passare una serata rilassante e divertente soprattutto se avete la fortuna di assistere alla proiezione al fianco di una donzella dagli occhi penetranti e dalla battuta arguta.

 

[Sabato 10 dicembre 2011]

 

Precisazione: mentre cercavo di trovare un pdf del racconto ho letto moltissime altre recensioni del film dove veniva ricordato "Steel" come idea di partenza. Ma siccome sono pigro non mi va di cambiare la parte dove scrivevo che non lo avevo letto.

Settembre 2011

"Dark Resurrection Vol 0" di Angelo Licata

 

Per chi conosce questo progetto ed ha già nel cuore il Vol. 1, non servono altre parole. Sa di cosa si sta parlando ed avrà sicuramente visto il filmato in streaming.

Per chi non lo conosce ecco un rapido riassunto.

 

Dark Resurrection è un film ambientato nell'universo di Star Wars, realizzato senza scopo di lucro, esclusivamente con la passione di Angelo Licata, Davide Bigazzi e di parenti e amici. Nel corso del tempo il gruppo di amici che si è ampliato fino a coinvolgere qualche centinaio di persone provenienti da tutto il mondo. Il Vol. 1 rappresenta il primo tempo del film, realizzato con un badget di settemila euro, ha ottenuto un successo contagioso. Tanto coinvolgente da far pensare al Vol. 2. Ma per ottenere l'effetto voluto, Licata e soci, si sono resi conto che non si poteva più fare sul terrazzo di casa, ma servivano fondi più cospiqui.

Nasce così l'idea di chiedere ai fans un contributo. Con trenta euro si ottiene il diritto di apparere come "Produttore Associato" nei titoli di coda, oltre al DVD del film.

Appena ho scoperto questa possibiltà ho aderito con entusiasmo [e si; si vede il mio nome che scorre sullo schermo... e fa un certo effetto].

 

Ora arriviamo a venerdì 8 settembre a San Remo, nei locali del cinema Ariston, dove, dopo quattro anni di attesa, la neonata "Riviera film" presenta un'altro pezzo del tassello con un invito per i produttori, per chi ha contribuito alla riuscita di questo progetto e per tutti gli appassionati. Ero presente con un gruppo di amici, pronto per la visione del prologo di tutto.

Partecipare alla prima di un'evento simile è molto interessante ed anche divertente. Sapendo il lavoro che si è svolto e si svolge dietro alle quinte, non si può che ammirare tutta l'organizzazzione, anche se ci sono stati piccoli intoppi nella distribuzione dei posti a sedere, niente è stato veramente importante, bastava attendere per poter avere una ottima postazione.

 

Lo spettacolo è stato preceduto da un siparietto simpatico, recitato da Sergio Muniz e dai soci della 501 Italica Garrison e la Rebel Legion. Omaggiando il primo film della saga, C1P8 e C3PO hanno salvato il file del film dalle mani di Lord Vader, permettendocene la visione.

 

Al termine, dopo uno scrosciante applauso, abbiamo potuto assistere alla proiezione del backstage, ad un esempio dal vivo di combattimento acrobatico, oltre alla carellata dei partecipanti che si sono presentati. Le emozioni sono state tante, ma sono quì per recensire il film, non per fare i complimenti a chi ha condotto la serata [le stupende Nina Senicar e Isabella Tabarini, coadiuvate da Sergio Muniz] e neppure per raccontare gli aneddoti raccontati dai protagonisti.

 

Il prologo si presenta ben fatto. Un ottimo prodotto professionale. Gli effetti speciali sono strepitosi e denotano la passione per i dettagli e per l'universo di Lucas, ma anche la loro sinergia con la storia e la recitazione. 

Assistendo alla proiezione si resta coinvolti dalla recitazione intensa e avvolgente, tanto da non farci accorgere che alcuni attori non sono professionisti [ma questo lo avevo notato anche nel Vol. 1]. Il ritmo è elevato e non si hanno momenti di intimismo che avevano caratterizzato il Vol. 1. La colonna sonora è originale e perfettamente fusa con le immagini e i singoli momenti narrativi.

La scenografia è realizzata con abilità, anche se non mi piace molto l'astronave "Resurrection", per quanto sia comprensibile la sua struttura e condivida le scelte che hanno portato alla sua modellazione "spaziale", mentre all'interno è unica e inimitabile.

Tutti i personaggi hanno una storia strutturata che li ha resi tridimensionali, tanto che meriterebbero una serie di film per poterla raccontare. Al termine dispiace sapere che non appariranno nel Vol. 2 visto che è ambientato molto dopo.

 

Termino quì la recensione dicendo che se siete amanti della fantascienza e di Star Wars in particolare, ma anche di bei film, non perdetevi la visione di questo piccolo diamante italiano.

 

Quì puoi vedere il film. 

 

Nota Bene:

Di sicuro ci sarà anche a chi non è piaciuto, ma a me non interessa. Che si aprisse un sito e se lo commentasse da solo, sfaticato disfattista

 

PS: Un grazie particolare a Mila Marenghi, Fabrizio Rizzolo e Fabrizio Fenner.

[Martedì 13 settembre 2011]

Marzo 2011

"Il Ritratto di Dorian Gray" di Oscar Wilde

 

Romanzo famosissimo, per cui sembrerebbi inutile una recensione; ma, siccome l'ho appena letto ed il sito è mio, la scrivo ugualmente.

Adoro i racconti di Wilde, li trovi ironici, tragici, comici; un esempio brillante di letteratura inglese del fine ottocento. Questo romanzo è un'insieme di aforismi, di concetti romantici, si satira, il tutto espresso per le genti colte del tempo.

La storia era nell'aria nel periodo e si avverte l'ispirazione dal Faust, ma anche del "Lo strano caso del dottor Jekyll e del signor Hyde" di Robert Louis Stevenson.

Personalmente ho trovato coinvolgente solo alcuni pezzi e perfettamente inutili, al fine della storia, alcune digressioni di satira o di costume inglese, ma era un difetto dell'epoca.

In definitiva è un discreto romanzo, ma un ottimo racconto.

[Mercoledì 6 Marzo 2011]

Febbraio 2011

"Tron - Legacy " di Josep Kosinski 

 

Eccomi di nuovo a voi con la recensione di un film.

Per una scelta voluta e ponderata non ho visto la versione 3D; così da poterlo confrontare, senza troppe distrazioni, con il film del 1982.

La visione è avvenuta il 15 gennaio 2011; sabato sera, in un cinema di provincia con un sonoro che ritengo troppo alto.

Per dover di cronaca aggiungerei che ero accompagnato da una soave femminea rappresentante, presenza che avrebbe allietato anche la visione di qualsiasi evento cinematografico in lingua lappone.

 

Veniamo alle sensazioni del film; se non si ha mai visto il primo Tron si ha una sensazione di novità e di cupa freschezza, anche se potrebbe ricordare un Matrix alternativo. Gli effetti speciali sono importanti e reggono gran parte della storia. La sezione riguardante i giochi risulta quasi sospesa nel volerli mostrare a tutti i costi.

La sceneggiatura è piacevole ed introduce alcune tematiche in voga in questo primo decennio del millennio; la metafisica della creazione ne è un esempio.

Non so se ho notato solo io la citazione di un altro film famoso negli anni  '80 "War Games": "L'unico modo per vincere è non giocare"

Tirando le somme prima di scrivere, senza volerlo, il finale; Tron - Legacy è un buon film che prelude ad ulteriori sequel visivi e videoludici.

Ma per chi ha in mente il primo Tron, molto più scanzonato, ricco di sorprese, con una storia più lineare, e atmosfere meno cupe, consiglio di visionarlo tenendo presente il passare del tempo e l'evolversi della società.

Gli effetti speciali sono solo un mezzo... sono la matita ed il foglio di carta dei nuovi narratori.

 

[Mercoledì 23 febbraio 2011]

Ottobre 2010

"Colui che gli dei vogliono distruggere" di Gianluca Morozzi

Due immagini per lo stesso libro; due raffigurazioni diverse per lo stesso libro, quasi a voler indicare la struttura stessa di questo lungo racconto.

Personalmente apprezzo di più la seconda la trovo più adatta.

 

Un romanzo che mi ha sorpreso. Divertente. Intrigante. Visivo.

Per la mia generazione che è cresciuta con i fumetti dei supereroi Marvel, quando li pubblicava la “Editoriale Corno”, con le sue finte lettere dei lettori e gli albi che raccoglievano almeno tre numeri normali ed erano una goduria sia tra le mani che durante la lettura, magari con un pezzo di focaccia genovese grondante olio stretta nell’altra mano, questo è un libro che potrebbe rappresentare un’epoca.

Ora mi domando se mi è piaciuto solo perché è da quando ho 10 anni che considero normale l’esistenza di universi paralleli, lotte tra il bene ed il male, super poteri accompagnati da super nevrosi oppure perché siamo di fronte ad un libro di notevole spessore.

Lo consiglio a tutti; a chiunque si trovi a pensare a cosa sarebbe successo se… ma anche a chi non se lo è mai chiesto.

 

[mercoledì 20 ottobre 2010]

Giugno 2010

" E' finita la benzina" di Beppe Tosco

 

Un romanzo ironico, a tratti esilarante. Uno strappo di realtà futuribile in una critica socio economica rassegnata. Un insieme di personaggi che si fondono e si sopportano nonostante la loro diversità. Le estreme conseguenze dell'attualità, le sue paure e le sue manie analizzati dal punto di vista di un futuro non poi così lontano.

Quello che potrebbe essere e che non è poi così male in fondo... a patto che non si debba prendere un aereo.

 

[Giovedì 17 Giugno 2010]

"La Scacchiera nera" di Miki Monticelli

 

Un bel romanzo che lascia un bel ricordo alla fine, infatti l'ho letto circa sei mesi fa e mi sento di consigliarlo a tutti gli appassionati del genere, ma anche a chi vuole passare qualche ora con un testo non impegnativo.

Come in quasi tutti i fantasy la storia è basata su una ricerca. La ricerca di se stessi attraverso un oggetto mistico o un viaggio o entrambe le cose. In questa occasione c'è anche l'inserimento del piano mistico che si contrappone al piano reale; per esemplificare un simil "L'armata delle Tenebre" di Sam Raimi.

 

[Giovedì 10 Giugno 2010]

Maggio 2010

"Lacrime di coccodrillo" di Valeria Corciolani

 

Che dire di questo romanzo. Un'ottima lettura, divertente il giusto per quello che è fondamentalmente un giallo. Mi ha ricordato vagamente un Faletti con un tocco di ironia in più; certo Faletti da comico cerca di non metterla nei suoi romanzi gialli, ma la Corciolani mi ha ricordato quel tipo di prosa.

Un ottimo divertissement è l'inizio di ogni capitolo con un numero, che è lo stesso numero del capitolo. Detto così non si comprende, ma richiedetelo alla vostra biblioteca e capirete. Una settimana di buona lettura e vi spiacerà lasciare le tre amiche dopo.

 

[Giovedì 13 Maggio 2010]

Aprile 2010

"Alice nel paese dei quanti - Le avventure della fisica" di Robert Gilmore

L'ho iniziato stamane, il 20 aprile. Già al primo capitolo trovo che sia interessante e fonte di notevoli spunti di approfondimento.

Il problema è che la mente viaggia, viaggia soprattutto se si sta viaggiando sul treno.

Ad esempio; se tutti gli elettroni con lo stesso spin sono indistinguibile, e se per ogni particella ci deve essere la propria antiparticella, perché non si potrebbe supporre l'esistenza di una singola particella elementare che va avanti ed indietro nel tempo creando lei stessa l'universo? Avendo un tempo infinito in ogni direzione si può creare un universo infinito in ogni direzione.

 

[Martedì 20 Aprile 2010]

Marzo 2010

"Pane e Tempesta" di Stefano Benni

 

Penso di aver letto tutti i romanzi di Benni. Il primo in cui mi imbattei per caso, come accade per le più belle storie d'amore, fu "Terra" nel lontano 19**, avevo,penso, 14/16 anni. Romanzo che ho riletto almeno altre due volte e, come tutti i buoni romanzi, ogni volta aveva un sapore diverso.

Il vero amore per Benni risale alla lettura di "Baol"; che dire di questo romanzo? Tutto; è l'essenza stessa dello spazio e del cosmo.

 

 

Come è "Pane e Tempesta"? Onirico, una commistione di "Comici spaventati guerieri" e "Bar Sport", il primo, non "Bar Sport 2000" che non ho apprezzato molto. Un libro da divorare la prima volta, ma da gustare la seconda. Un antipasto che può fungere da piatto unico, come una gustosa lasagna che soddisfa lo stomaco e lo spirito.

 

[lunedì 1 marzo 2010]

"Avatar" di James Cameron

 

Film spettacolare, sarebbe inutile anche solo dirlo, visto l'abilità di Cameron con la macchina da presa. L'unione delle immagini realizzate in Digital Graphics, con quelle realizzate con le avanzate tecniche normali, sono fuse senza far trasparire alcun scollamento.

 

I personaggi sono ben strutturati, anche se possiamo notare un paio di stereotipi, ma critici di professione li hanno già segnalati ed evidenziati.

Molti hanno tacciato Cameron di aver scopiazziato le ambientazioni, la visione del futuro, le rocce fluttuanti, lui ha ribattuto che se ha copiato ha copiato da opere che hanno copiato dalle sue, per cui si è auto citato. Ottima risposta, perché non è facile copiare se non si ha la conoscienza per farlo e, poi, copiare se stessi vuol dire solo essere coerenti con il proprio mondo interiore.

 

C'è solo una cosa che non ho ancora letto, si badi bene che non è una critica, ma una impressione sulla trama!

Solo io ci ho visto "Balla con i lupi" di Kevin Costner?

Il percorso di Sully è analogo a quello di Dunbar, così come è evidente il parallelismo tra Neytiri e "Alzata con Pugno".

Non ricordo se viene detto il significato del nome, ma non mi stupirei se indicasse la forza d'animo della Na'vi.

 

Di certo chiederò a Gesù bambino di farmi trovare il DVD nella magica notte del Santo Natale 2010

 

[giovedì 4 marzo 2010]

"La Tempesta. Il mistero di Giorgione" di Paolo Maurensig

Ho letto questo libro circa due settimane fa e mi ha lasciato perplesso.

Non conosco l'autore, ma la critica ne parla bene, soprattutto dei suoi romanzi "Il canone inverso"e "La variante di Lüneburg".

L'idea è molto buona; raccontare un presunto mistero attorno ad un quadro famoso. Anche il sistema narrativo utilizzato, il passato descritto attraverso un presunto diario di Henry James ed il presente raccontato dal narratore/protagonista.

La trama parafisica che si è voluto introdurre; l'uso di un sistema narrativo che prevede il "monoloquio" del protagonista senza molti dialoghi, che sono essenziali in un romanzo del genere. Tutto questo non mi ha entusiasmato, quasi che tutto l'impianto non facesse decollare la storia; mi sembrava di essere sempre all'inizio, senza un vero avviluppo emotivo. Tanti primi capitoli che ci inseguono fino alla fine del libro che mi ha lasciato senza nulla di particolare se non il fastidio di averlo letto.

Mi sembra il compito di un ragazzo dotato, ma scritto solo perché è un compito.

 

Spero che gli altri siano migliori.

 

[venerdì 12 marzo 2010]