Questo incipit mi ha ispirato due racconti.
Il primo è molto più consono al tipo di atmosfera che questi incipit vogliono creare, non ho ancora capito perché si vuole questo genere, ma non ci posso fare nulla.
Il secondo è più libero, ho scelto volutamente di stravolgere il senso ovattato di questo contest.
Li ho inseriti nell'oridine di nascita.
UN SEGRETO STAR BENE
Incipit di Giusi Marchetta
C’è una specie di luminosità nel suo sguardo stamattina.
Si vede da come è entrato in ufficio, da come ha centrato l’attaccapanni con la giacca
e da come mi ha salutato unendo pollice e indice e alzandoli alla bocca per invitarmi a prendere il caffè.
Mentre lavoriamo, ogni tanto si tocca il gesso e non può fare a meno di sorridere.
Mi avvicino e fingo di leggere il comunicato che ha davanti:
una piccola scritta storta spicca sulla piega bianca dell’ingessatura.
Piccole soddisfazioni
Parte originale di Marco Signorelli
Non riesco a leggerla anche perché non è una scritta; sembra più un geroglifico o un insieme di disegni geometrici senza un senso apparente. Chiunque sia stato ad incidergli quei simboli ha la mano molto ferma. Glieli indico distrattamente e poi unisco tutte le dita della mano destra in modo che si tocchino i polpastrelli e poi muovo il polso due o tre volte. In tutta risposta lui tiene la mano destra rilassata e gli fa fare dei piccoli cerchietti in aria, mentre fa un sospiro e guarda un attimo il soffitto.
Dunque è così? Ecco perché sorride e sembra più svagato e distratto del solito, oggi è proprio svagastratto. Vorrei dirglielo, ma preferisco tornare alla mia postazione ed inviargli la nuova parola attraverso un messaggio skype con l’aggiunta di Occhiolino, la bella faccina che strizza l’occhio. Ottengo una risposta solo dopo cinque minuti; Sono Figo, lo smile con gli occhiali da sole, mi conferma il motivo della serenità del collega. Ma non mi basta, tra una correzione di un rapporto e l’invio di una richiesta di materiale gli invio lo smile Parla, la pallina gialla che apre e chiude la bocca. Mi arriva subito lo smile Aspetta, ho un refresh per cui non vedo subito la manina bianca con il dito teso che si alza dentro quel sole sorridente. Subito dopo arriva il telefono che squilla. Infatti, sta alzando la cornetta. Attendendo con pazienza la risposta termino il rapporto “Preventivi e preselezione fornitori” da presentare alla fine della settimana con ben tre giorni di anticipo. Nella barra delle applicazioni blinka di arancio la finestra iconizzata con il suo nome. Aggrotto le sopracciglia e mi osservo distrattamente attorno prima di cliccarci sopra per visualizzarla. Lo smile Felice si allarga in un sorriso mentre alza le sopracciglia; gli invio un Grande Sorriso e poi Festa. Questa volta non mi fa attendere, in sequenza appaiono Annuisce con il suo su e giù a scatti, Angelo con la sua aureola e Diavolo con il suo inconfondibile ghigno. Non posso non mandargli Applauso, anche se lo faccio attendere mentre inserisco lo smile con le manine in movimento, poi aggiungo Sgobbone per dare il giusto tono ironico al messaggio. Riguardo il tutto e annuisco soddisfatto del mio tocco di classe, lo smile con gli occhiali e le sopracciglia ammiccanti si adatta perfettamente.
Smorfioso appare immediatamente, non lo utilizzo spesso, per cui devo interpretarlo correttamente. Il sorriso che si tramuta in una smorfietta e gli occhi che guardano di lato.
Per il resto della giornata ci perdiamo nel lavoro, nell’incontro con i “capi” e con i problemi di routine. Solo poco prima delle cinque si illumina la finestra.
Drink, il bicchiere con la ciliegina è l’unica icona. Invio Mmmmm che sembra tanto Smorfioso, solo che chiude gli occhi, poi gli mando Pensoso, con gli occhi che guardano in alto da destra a sinistra. Lui mi scrive Chiara e un Sì, la manina con il pollice verso l’alto. Volto il capo e guardo verso la postazione di Chiara. Lei sorride e annuisce. Apro la sua chat e le invio Timido con le guancie belle arrossate e subito Sì.
Meno Male appare nella chat del collega, sorrido nel vederlo fare il fischio silenzioso mentre la mano si deterge il sudore dalla fronte. Invio Mi Rotolo Dalle Risate e poi Stretta di Mano prima di iniziare a chiudere tutti i programmi fino a spegnere il sistema.
Click
Hansen e Gunter e il glifo misterioso
Parte originale di Marco Signorelli
Non riesco a leggerla anche perché non è una scritta; sembra più un geroglifico o un insieme di disegni geometrici senza un senso apparente. Chiunque sia stato ad incidere quei simboli sul gesso di Hansen ha la mano molto ferma.
“Voi due, psicoderrrelitti scimmiofili. Non vi pago per discuterrre trrra di voi” Il Capo si è avvicinato alla postazione di Hansen con passo felpato; e non è un modo di dire, essendo un gattuomo ha il passo felpato come dotazione standard, così come la tripla r. Come optional ha optato per le unghie retrattili in sintacciaio.
“Capo, come mai non porta quel braccialetto che le abbiamo regalato?” Espongo la mia faccia tosta numero otto; colto in flagranza di reato ma non pensare proprio che lo ammetta.
“Bel rrregalo, l’ho rrrigirrrato alla mia signorrra, orrra fa le fusa tutte le notti anche se mi infastidisce quel tintinnio continuo”. Sono riuscito a distrarre il Capo, se vi capita di dover distrarre un gattuomo fategli saltellare davanti un oggetto qualunque, nel mio caso funziona cambiare discorso.
“Numerrro Trrre prrrendi Numero Due e andate a collaudarrre il prrrototipo ics ottocento.”
Guardo Hansen e poi il suo braccio ingessato e griffato. “Capo, in accordo al protocollo di intesa sindacale di Alibra, data la menomazione momentanea di Hansen, da lei prontamente ribattezzato Numero Due, saremmo esentati dalle operazioni di collaudo di prototipi non ancora… hem… collaudati”
Ottimo discorso, sento l’approvazione di Hansen e mi permetto il sorriso suadente numero due; noi vorremmo proprio ma la congiuntura ce lo impedisce.
“Frrrak. Siete Co.Co.Co. Il prrrotocollo sindacale di Alibrrra non è stato rrratificato e sottoscrrritto dal goverrrno della Terrrrrra Unita. Non godete del dirrritto di arrrto menomato.” Frak, questo si che è un colpo basso. Il Capo deve avere il collare antipulci scaduto. Guardo Hansen e lui guarda me prima di alzarsi e mostrare la griffe al gattuomo.
“Capo. Da uomo a uooo… gattuomo. Non credo di essere nelle condizioni psicofisiche per una corretta valutazione sistematica dei dati e del comportamento del prototipo in questione, che, per l’appunto, necessita di una regolazione alquanto precisa e scevra di ogni possibile imprecisione, sempre restando nei parametri dell’errore sperimentale sistematico e casuale.” Nel frattempo sottolinea il glifo con l’indice della mano attaccata al braccio non ingessato.
“Frrrak, rrrifrrrak. L’avevo detto di cambiarrre quel brrraccio con uno di similacciaio. Orrra sarrrebbe già bello e funzionante.” Poi legge il glifo. Il pelo gli si rizza sul collo e poi mostra i denti.
“Frrrak. Quale Ameboide forrrma extrrraplanetarrria ha scelto di prrrochearrre la sua gelatinosa prrrogenie con una scimmiofila glabrrra?”
Hansen si siede, bello stravaccato, distende le gambe e porta le braccia dietro al collo mentre sfoggia il sorriso numero ventisette; sono un gentiluomo e certe cose non le dico ma avete capito bene che mi sono divertito anche per voi. Poi gli occhi del gattuomo si dilatano come anticipazione della sfuriata.
“Trrifrrrak. Sciodate le vostrrre implumi membrrra da queste sedie e schizzate al campo di prrrova e sperrrate di morrrirrre durrrante la prrrova”
Non potete dire di aver vissuto pianamente se non vedete un gattuomo in preda alla collera. Il pelo si rizza lungo la schiena, le unghie scattano senza controllo e i canini sembrano diventare più lunghi, ma è solo l’effetto delle labbra che si tendono per mostrarli. Tutto l’insieme è molto divertente e fonte di piacevoli aneddoti in ogni pub del sistema.
Il segreto per poter continuare a vivere e raccontarlo per farsi offrire un pangotto galattico è racchiuso solo dalla vostra abilità nell’essere più veloci delle zampate che seguono lo szzick delle unghiette estratte.
Hansen, il suo braccio ingessato e il suo glifo misterioso, mi seguono a ruota mentre sentiamo il ripiano di finta quercia della scrivania gemere per l’artigliata.
“Gunter, deve aver preso la tua sedia, vedo l’imbottitura fioccare attorno al micione”
Gli pianto in volto un’occhiataccia, per quanto sia possibile farlo solo con la coda dell’occhio.
“Sei un incosciente” gli dico ma so che non lo penso e anche lui lo sa che non lo penso “Proprio con la sua signora?!?”
Hansen continua a ridere, corre ride e parla, ed io mi associo comprendendo pienamente il suo segreto star bene. Non è facile correre, ridere e parlare contemporaneamente, ma siamo allenati.
Siamo Hansen e Gunter i migliori collaudatori Terrestri. Il fatto che siamo i soli ed unici Terrestri rimasti è un piccolo ed insignificante dettaglio.